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I "SANTUARI" DELLA CUCINA PIEMONTESE: LE ANTICHE SERE

26/02/2022

L'APPUNTAMENTO PER I NOSTRI AMICI GOLOSI: I "SANTUARI" DELLA CUCINA PIEMONTESE IN GIRO PER IL NOSTRO TERRITORIO

Osteria Antiche Sere - Via Cenischia, 9, Torino

“Non bisogna scoprire l’acqua calda” per dire che le Antiche Sere di Torino è un posto straordinario, asserisco infatti da anni che è la madre di tutte le “piole”

Mi ricordo ancora appena avevano aperto, Antonella e il fratello appena uscito dall’alberghiero, ne è passata di acqua sotto i ponti. Ogni tanto vado a cena, abito poco distante, quando hanno posto, infatti bisogna prenotare giorni e giorni prima per trovare un tavolo.

L’Osteria Antiche Sere da trent’anni occupa un delizioso appartamento borghese al piano terra di una casetta nascosta in una piccola via segreta della città, dietro a via Capriolo e via Monginevro, si può dire che sia ancora Borgo San Paolo. La famiglia Rota lo tiene come fosse casa propria: sedie in legno stile Thonet, tovaglie bianche, stoviglie di ceramica spessa, quadri alle pareti crema, perlinato scuro a mezz’altezza, uno squisito cortiletto interno coperto da una topia (il tipico pergolato piemontese, con la vite) che d’estate rinfresca gli avventori. Un tempo in cucina c’era la signora Anna e in sala il suo garbatissimo marito, ora nella prima c’è il di loro figlio Daniele e ai tavoli la di loro figlia Antonella che, come tutti qui dentro, sono di una bravura e di una gentilezza totalmente fuori dall’ordinario (non è un modo di dire: basta venire una volta per essere di casa, curati come un cugino amato che non si vede da tempo).
Ci sediamo e non c’è bisogno di ordinare gli antipasti che arrivano il vitello tonnato, la frittatina di erbette, il salame di Turgia, il lardo, i filetti di acciughe, l’insalata di girasoli con i tuorli: sono le preparazioni che qui in Piemonte si direbbero della “merenda sinoira”, la merenda al sacco che si trasforma in cena sui prati, la domenica. Tutto perfetto, squisito, a regola d’arte. poi agnolotti al sugo d'arrosto canonici o tajarin alla piemontese o ancora gnocchi al sugo di salsiccia. Da non perdere il mitico stinchetto di maiale, il migliore che potete trovare e poi l’opulenta oca in umido con le verze. E ancora il tapulon – lo spezzatino d’asino tipico del comune di Borgomanero – con la polenta o la trippa all’astigiana.

Qui la regola è fare da tre decenni le stesse, buone ricette, perfezionandole ogni giorno, non c’è mai un piatto sbagliato, e oggi la stessa frittata è sempre un micron migliore di ieri. I dolci che non si possono non prendere: la panna cotta è la migliore del mondo – è vibratile come un seno nature –, lo zabajone con i biscotti di meliga e i torcetti puro godimento.

Qui con il prezzo è onesto per la qualità, si mangia la tradizione piemontese più semplice ai livelli più alti. E se non vi innamorerete perdutamente di Antonella – e delle altre adorabili persone di famiglia che fanno marciare la sala – significa che avete il cuore arido.