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Ricette tipiche
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E L'ABBINAMENTO SULLA TOFEJA CANAVESANA

09/01/2022

E L'ABBINAMENTO SULLA TOFEJA CANAVESANA

Ed eccoci alla proposta di abbinamento con la ricetta della settimana.

Ma cosa ci beviamo sulla Tofeja? Arriva il Carnevale e nella zona del Canavese si cucina tradizionalmente la tofeja, che prende il nome dal contenitore in cui viene cotta, che è una marmitta in terracotta ancora oggi fabbricata a Castellamonte. I testi, abbinano con questo piatto un Carema o un Nebbiolo del Canavese. In altri ho visto nominare un Albugnano, un vino del Basso Monferrato anche lui base di Nebbiolo. Convenzionalmente in un piatto come questo, con grande abbondanza di materie grasse, bisognerebbe accostare un vino di buona acidità; infatti, il tannino presente in abbondanza nel nebbiolo contrasta più l’untuosità che il grasso. A mio parere assocerei alla Tofeja una buona Barbera, più consona.

Ma oggi voglio spaziare in altre proposte, in giro per il Piemonte.

Un paio d’anni fa, nelle mie ricerche di vini nuovi, ho conosciuto Enrico Druetto, vulcanico farmacista di Murisengo, che ad Alfiano Natta produce dei vini incredibilmente “fuori dalle righe”. Esattamente, in quella prima visita, in compagnia del collega Piero D'Alessandro, cercavamo un Baratuciat, un vino bianco che un amico ristoratore della Val di Susa mi aveva suggerito. E nella sua cantina abbiamo trovato, a parte l’ottimo Baratuciat, anche altri vini. Oltre il bianco che ho più volte presentato, con grande soddisfazione, in varie degustazioni, abbiamo degustato due grandi rossi, tra cui la Slarina, che vi volevo far conoscere. Si tratta di un vitigno antico che è stato soppiantato quasi dappertutto in favore di uve più produttive. Fortunatamente alcuni produttori del Monferrato orientale e dei colli Tortonesi lo hanno recuperato e ne custodiscono gelosamente qualche vigneto. È detto anche anche Cellerina o Cenerina.

La slarina soprannominata, da Enrico, ROVEJ (dai rovi che avvolgevano le ultime piante in vigne abbandonate) è un vino accattivante, dal colore imperturbabile, di un rosso rubino intenso. Le caratteristiche organolettiche del vino prodotto con quest’uva promettono molto bene: al naso è profumato e complesso, è un susseguirsi di note fruttate di amarena, melograno, ribes rosso maturo sostenute da sensazioni di erbe officinali (timo serpillo, menta piperita, liquirizia, genziana... A tratti ricorda gli amari artigianali fatti con le erbe di montagna). Al palato è un vino molto elegante e complesso. In bocca entra elegante e fresco (non ha però l'acidità talvolta aggressiva del barbera), poi chiude con un tannino fitto, maturo ed elegante. Un vino con forte personalità e una bella morbidezza.